Giovedì 21 giugno: nuova strumentazione all’Ospedale del Valdarno donata dal C.A.L.C.I.T. Valdarno

Il Calcit Valdarno dona tre strumenti alla Gruccia: un pletismografo, un holter pressorio e un visualizzatore delle vene

Mercoled’ 21 giugno 2018, alle ore 11:45, la consegna nella sala Harris alla presenza del direttore generale della Asl Toscana sud est Enrico Desideri, del direttore dell’ospedale Daniela Matarrese, del presidente del Calcit Piero Secciani e di alcuni professionisti che utilizzeranno gli strumenti, cioè Paolo Pagni (direttore Medicina Interna) e Claudio Cullurà (coordinatore infermieristico). Presente anche l’assessore di Terranuova Bracciolini, Lorenzo Puopolo, in rappresentanza della conferenza dei sindaci.

 

Sono stati tre, questa volta, gli strumenti che il Calcit del Valdarno ha donato all’ospedale della Gruccia. Si tratta di un pletismografo per la Medicina Interna, un holter pressorio per i Poliambulatori Ipertensione, un visualizzatore delle vene per i Poliambulatori di Radiodiagnostica.

“Il nostro ospedale, nel suo percorso di crescita e di radicamento nel territorio – hanno spiegato Enrico Desideri e Daniela Matarrese – viene accompagnato da numerose associazioni e realtà. Oggi, come spesso succede, siamo qui con il Calcit Valdarno per mettere in azione nuovi strumenti che, non solo supportano i pazienti ma anche il personale nel lavoro di ogni giorno. Sono apparecchi di grande utilizzo e, per questo, fondamentali nel lavoro di ogni giorno e per il contenimento delle liste di attesa. Grazie ancora”.

“Siamo felici di poter dotare la Gruccia di questi strumenti – ha dichiarato -Piero Secciani – sulla scia di altre attrezzature già donate all’ospedale in questi nostri 27 anni di attività. Confermiamo ancora una volta di essere a disposizione della popolazione e della sanità, spaziando dalla prevenzione alla diagnosi fino alla cura, oltre che al sostegno psicologico al malato e alla sua famiglia”.

“Sono molto contento di queste donazioni – ha commentato Puopolo – Rappresentano il chiaro esempio di sussidiarietà orizzontale, di comunità coesa, dove ogni soggetto fa la sua parte per il bene di tutti”.

Il pletismografo, costato 24.990 euro + iva, è un’apparecchiatura che consente la misurazione dei gas, in maniera molto precisa, che si trovano all’interno del torace.

 “La necessità di avere una registrazione accurata dei parametri respiratori è evidente, soprattutto nella valutazione preoperatoria e postoperatoria dei pazienti da sottoporre ad interventi demolitivi o comunque riduttivi del volume polmonare in modo diretto (es. neoplasie del polmone da trattare chirurgicamente) o indiretto (es. radio/chemioterapia per patologie neoplastiche del torace); di pazienti da sottoporre ad interventi di chirurgia addominale maggiore, che possano compromettere la dinamica respiratoria modificando la funzione diaframmatica”.

L’holter pressorio, costato 1.250 euro + iva, è un bracciale con un piccolo box di registrazione che viene applicato a soggetti ipertesi o con sospetto di ipertensione e rimosso dopo 24 ore. Nel corso della giornata, l’apparecchio effettua misurazioni della pressione arteriosa a intervalli frequenti. I dati vengono poi scaricati e vanno a costituire una traccia dei valori e dell’andamento nel tempo (es. valori diurni vs valori notturni), insieme a dati sulla frequenza del cuore. L’esame ha valore diagnostico (diagnosi di ipertensione) ma anche di controllo dell’efficacia della cura e di rilievo di effetti collaterali.

Il visualizzatore delle vene, costato 6.800 euro + iva, consente di rilevare il sangue sottocutaneo in superficie e proiettare un’immagine del percorso del sangue sulla superficie cutanea.

In pratica, l’operatore “vede” le vene sulla cute senza bisogno di doverle palpare per poterle cercare. La stessa immagine consente di potere vedere ad esempio, il sangue all’interno dei vasi sanguigni (vene), il flusso di sangue all’interno delle vene (riempimento venoso) ma anche l’eventuale presenza di ematomi. Il sistema quindi consente la riduzione dei tentativi infruttuosi alla ricerca di vene “difficili”, e di conseguenza minore dolore, soprattutto nei confronti dei bambini e di quei pazienti in cui, come nel caso degli oncologici, spesso le vene risultano fortemente danneggiate dalla chemioterapia.